Studio sull'incontro tra l'eremita Gusto Gräser e lo scrittore Hermann Hesse
sul Monte Verità ad Ascona Prodotto ed interpretato da Andrea Biasca-Caroni e Julian Martin YouTube, 6.3.2012
Rivista Teosofica Ticinese, Aprile 2012 LA CAVERNA DELLA LIBERTÀ Gustav Arthur Gräser, poeta e profeta naturalista, fu un’apparizione del tutto particolare nella prima metà del Novecento. Eminenti personalità del suo tempo videro in lui l’incarnazione dell’uomo nuovo, la realizzazione degli ideali di Nietzsche e Walt Whitman e pure un nuovo San Francesco. I più non vollero capire il suo vivere al di fuori delle regole sociali e per questo lo criticarono e odiarono; altri, invece, ne fecero un esempio da imitare: poeti della statura di Hermann Hesse e Gerhard Hauptmann lo elevarono a figura mitica. La sua creazione poetica rimase in gran parte inedita mentre era in vita. In massime e poesie diffuse a mezzo cartoline postali e fogli volanti, esortò i contemporanei a cambiare rotta. Oggi, la sua figura è per lo più messa in relazione con il Monte Verità di Ascona, da lui fondato, assurto a simbolo di una controcultura pacifista in sintonia con la natura. Gräser nacque il 16 febbraio 1879 a Kronstadt (Transilvania) e morì il 27 ottobre 1958 a Freimann presso Monaco. Nell’autunno del 1900 diede vita con alcuni amici ad una colonia di riformatori sulla collina di Ascona. Tramite “dialoghi pubblici” tenuti in molte città tedesche andò propagando durante lunghi anni la necessità di una rinascita culturale. Lasciò un’opera poetica in cui i simboli ancestrali dell’umanità riacquistano vita nuova. Gusto
andò a vivere una vita da vero eremita in una specie di grotta. E
sarà lì, nel suo ashram ticinese, che anni dopo lo incontrò …
Hermann Hesse, calato nel meridione dal nord per combattere “con il
sole e i prodotti vegetali” un alcolismo che lo uccideva. E fu lì
che Hesse pensò di scoprire nella signora Elisabetta, moglie di
Gusto, il prototipo della Grande madre terra, una figura e un’idea
di cui molti discutevano in quegli anni da quelle parti, tanto da
fare di Ascona il santuario “intellettuale” del suo culto.
… Irene Bignardi: Le piccole Utopie. Milano 200, p. 63 e 67 |