Indietro Poesia di Gusto Graeser

L’EREMITA DEL MONTE VERITÀ
Gusto Graeser: Gedichte/Poesie


 

Traduzione: Antonio Rossi, Arzo; Hugo Eberhardt, Ligornetto


(1)

Und hier, all meine Blätter,
Flugsamen, Denkzettel –
der Erdsternzeit flattern und fliegen sie zu.
Und sieh – sieh da:
der wildedle Sohn, der sonnige
Erdsternsohn!
Fallend ins Herz der Wunderwelt,
der Wonnewelt hinein!

E qui tutti i miei fogli,
semi trasportati dal vento, appunti –
svolazzano e corrono verso il tempo della stella terrestre.
Ed eccolo, guarda:
il figlio nobile e salvaggio, il solare
figlio della stella terrestre,
che cade nel cuore del mondo della meraviglie,
nel mondo della gioia piena!


(2)

Ich kam, ein Feuer zu zünden in diesem Erdenland –
was wollt ich mehr, es stünden die Herzen schon in Brand!

Ero venuto per accendere un fuoco in questa terra –
cosa volevo di più, se non che i cuori fossero in fiamme!
*

Was ich bin, das weiss ich nicht –
sicherlich kein Wichtigwicht.
Dass ich bin, muss ich mein Leben
dem Lebendigen ergeben.
Was ich bin, frag nur nit lang;
eins bin wohl ich: bin in Gang!

Ciò che sono, non lo so –
di certo non un piccoletto vanitoso.
Poiché esisto, è necessario
che mi abbandoni alla vita.
Ciò che sono, non me lo chiedere a lungo;
una cosa so di sicuro, sono in cammino!


(3)

Wo viel glänzt, da wirst du trübe –
wo viel lärmt, da wirst du taub.
Schenk, o schenke dich der Stille,
eh du wirst der Wirrnis Raub!
Ruhe, ehe Du zerrissen, eh der Ekel dich befällt,
eh ob all den Leckerbissen dir zur Qual wird diese Welt.
Ruh dich reich!

Dove molto luccica, lì rimani offuscato –
dove molto è il baccano, lì diventi sordo.
Abbandonati, sì abbandonati al silenzio,
prima che tu sia preda della confusione!
Prima che tu sia lacerato, prima che il disgusto ti assalga,
prima che questo modo, con le sue prelibatezze,
si trasformi per te in supplizio.
Nella quiete troverai ricchezza!


(4)

T A O
Du Heimat Aller!
Doch die Behäbigen, Gesetzten,
in Sattheit verschlossen,
finden Dich nimmer.
Patzige Reden,
protzige Taten -
Zeichen sind's, dass Du fehlst.
Aber dem Menschen,
der hungrig und durstig
lieber im Elend wandert,
als um Geld seine Seel zu verstellen -
dem springen allda Deine heimlichen Türen auf:
blühn Deine Bäume,
glühn Deine Früchte,
o dem lachet Dein Garten frohlockend entgegen! -
Jah, dem Entschlossenen tust Du Dich auf.

Nah und weit wie das Himmelszelt, Allen umspannend, allso wölbt
sich das Eine, das ich mein -
das allgemeine, allumarmende,
allesbergende, allerbarmende Weltenherz.
So unzulänglich das Wort auch sei, ich rufe es T A O an.

Tao –
tu patria di tutti!
Certo i ben nutriti e i compassati,
prigionieri della sazietà,
non ti troveranno mai.
Ma all’uomo
che affamato e assetato
preferisce vagare in povertà
piuttosto che alterare per soldi la propria anima –
a lui si spalancano le tue porte segrete:
fioriscono i tuoi alberi,
splendono i tuoi frutti,
a lui sorride il tuo giardino esultante! –
Sì, a chi è risoluto tu chiudi te stesso.

Vicino e lontano come la volta celeste che tutto cinge, così s’inarca
l’Uno, come io lo intendo –
il cuore dell’universo che tutto abbraccia,
che a tutti dà protezione, che di tutto ha compassione.
Per quanto insufficiente sia la parola, questo lo chiamo TAO.


(5)

Lass staatsgefällige Falschheit!
Lass staatsgefällige Heuchelei! –
Hauch offen, staatsgefährlich!
Der Feind unsres Lebens ist das umgebrachte, das schlaff und falsch am Boden krauchende, wurmhaft bängliche Wesen. Aufgebracht muss es uns werden zu fröhlichem Streit – dann, wenn in aufrechtem Wandel es schreitet und streitet, dann ist es nimmer Feind, dann ist es Freund.
Hauch offen, staatsgefährlich!

Evita la falsità che piace allo stato,
evita l’ipocrisia! – Parla apertamente, è un pericolo per lo stato!
Nemica della nostra vita è l’individuo prostrato che fiacco e falso
striscia per terra come un verme timoroso; spronato dev’essere
alla lieta contesa – allora, se procede per la sua via lottando,
allora non sarà più un nemico, ma un amico.
Parla apertamente, è un pericolo per lo stato!


(6)

Verfolgt von Neid und Hohn, dem Leutverstande,
zieh ich gelassen meiner Wege hin –
ein Narr, ein Fremdling in dem Vaterlande,
weil ich Urheimatlandes Bürger bin.

Perseguitato da invidia, scherno e pregiudizi,
vado avanti tranquillo per la mia strada –
un giullare, uno straniero nel proprio paese
per essere cittadino di una patria primordiale.


 (7)

Selig du, der Du vor Durst
und vor Hunger manchmal knurrst!
Selig brennt dich heiss Begehren,
denn Du kannst dein Brot noch ehren!
Selig Du zum dritten Mal,
denn Dir wird die Erd nit schal!


Beato te, che talvolta brontoli
per la sete e per la fame!
Beato te che sei arso da un fervido desiderio,
poiché ancora sai portare rispetto al tuo pane!
Beato te per la terza volta,
poiché la terra non ti sarà mai insipida!


(8)

 Lebt doch imgrund
nur - eine -Welt,
tief, still, gewaltig, vielgestaltig
in einen
 Wonnewunderkugel-
Weltenbaum
gesellt,
der zweiget, dreiet, wirbeldreht,
hah, trilliont, sich trennt, sich paart,
sich hasst, sich liebt, heissfeurig freudger nur
zusammenwandelwohnt im Sam, Allhochzeitsam,
Urfreunds Paarheiterkeit!

+


+

Vi è in fondo
un solo mondo, dal silenzio
sconfinato e primordiale, multiforme,
unito a un albero universale,
sfera delle meraviglie
e luogo
di delizia,
che si dirama, triplica, vortica, si moltiplica
in trilioni, si separa, si acoppia,
si odia, si ama, ardente e più lieto ancora
se dimora e si trasforma nel seme, nel seme
delle nozze cosmiche,
serenità di coppia dell’amico
di sempre.

+


(9)

Er-Sie – Sie-Er ist's, was die Welt durchweht,
im Wirweltwirbel sie gewaltig dreht,
durch dessen AUM - Urodem - Seelengeist, sie schwebekreist.
Sie-Er ist's Bin im Baum, uns Lebluft schäumend,
Allwelt durchträumeläutend mit Allwachstumstraum,
Tiefschauertraum:
BAUMBINIMBAUNBINBAM.

Lui-Lei – Lei-Lui è ciò che pervade il mondo,
nel turbinio della sfera del noi lo fa girare con forza,
tenendolo in sospeso lo fa ruotare.
Lei-Lui è stare nell’albero da cui scaturisce l’aria vitale,
è suonare e fantasticare il mondo dei mondi in un sogno
di crescita cosmica terribilmente profondo:
ALBEROSONINFARDINDON.


(10)

Bin freilich verrückt, zumal mir völlig klar ist, dass diese Erde von Verrückten wimmelt, die sich nur in der Farbe unterscheiden, so dass der Durchschnitt schwarz, rot, braune Vögel, und gerade ich einen grünen Vogel hab. Über ein halbes Jahrhundert trage ich meinen Grünspecht im Kopf und erlebe, wie das, was man die Menschen heisst, immer toller, verrückter und immer schwärzer und schwärzer wird, so dass ihnen ein paar Weltkriege schon nicht mehr genügen, ihre Verrücktheit auszutoben, während mein Grünspecht immer noch fidel über Wahnsinnswüsten in seine Wälder fliegt und damit den Beweis liefert, dass mein Vogel der gesündere ist.

Di sicuro sono pazzo, nel contempo mi è chiaro che questa terra pullula di pazzi che si distinguono solo dal colore, cosicché buona parte di essi è nera, rossa, bruna; e nemmeno io ho tutte le rotelle a posto. Da più di mezzo secolo porto nel cervello il mio picchio verde e constato che quelli che si chiamano uomini diventano sempre più furiosi, più pazzi e sempre più neri e più neri, al punto che un paio di guerre mondiale non sono bastate a sfogare le loro pazzie; mentre il mio picchio verde continua a volare allegramente nei suoi boschi, sopra i deserti della follia, offrendo con ciò la prova che la mia pazzia è la più sana.


(11)
Tierlein ihr und ihr, o Pflanzen, wohnend in dem Wonneganzen,
bitt ich bitt,
helft auch uns, den Zweifelswunden, heilen in der rundgesunden,
der urmütterlichen Mitt!
O voi, animaletti e voi, piante, che dimorate nella gioia piena,
vi prego, per favore,
aiutate anche noi a sanare le ferite del dubbio nel salutare,
primigenio, materno centro!

Gusto Graeser


© Traduzione: Antonio Rossi, Hugo Eberhardt
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